I dolori del giovane walter by Luciana Litizzetto

I dolori del giovane walter by Luciana Litizzetto

autore:Luciana Litizzetto
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 2010-12-27T05:00:00+00:00


Allegro ma non troppo

Qualcuno può mica far qualcosa per i canali di musica classica alla radio? No, perché a me ogni tanto partono degli sturbi che non finiscono più. Prima cosa: gli speaker, gli annunciatori, che hanno una voce che sembra uscita da una lapide. Una tristezza che viene dall’oceano. In programma quasi sempre brani di musicisti sconosciuti. Il novanta per cento sono ignoti. Mozart, Beethoven, Cajkovskij non li senti. Senti gente tipo: Gino Magnaboschi, Alain Mezzogatto, Anselmo Catafrangoli, Ursula Murfing, Carlo Maria Maria… gente che io non ho mai sentito nominare… anzi, forse non esiste. E gli annunci fan più o meno così: “Dal Coro della radio uzbeka trasmettiamo di Aidebrando Piragna Sinfonia numero 32 bis… Adagio, allegro ma non troppo, giusto un filo, rabadan, minuetto, bagatella, tromba de mar beleciuck”. “Trasmettiamo ora di Ennio Pescepalla la Sonatina in re minore Inverno a San Pietroburgo.” Poi parte un liuto e un triangolo. Plin plon tric trac. Poi silenzio. Che tu dici: “Minchia, è già finito l’inverno a San Pietroburgo? Pensavo durasse di più”. Poi riparte. Tric trac sdadang. E avanti fino a che il cane si mette a ululare: “Uuuuu…”. Robe stridulissime che ti senti persino le orecchie che s’allungano, come Pinocchio quando diventa ciuchino. Un conto se siamo alle cinque del pomeriggio, un conto se la senti alle sette di mattina. All’alba avresti bisogno di qualcosa che ti tiri su, un Mozart per dire, non il plin prac di Penderecky. Mettimelo alla sera, che tanto ho già le balle in giostra per conto mio! Al mattino manda “Figaro qua Figaro là” che devo fare un sacco di cose.

quando dicono “Fuori programma…”? Che tu dici: “Oè, una botta di vita…”. “Dall’opera La Cigna morta trasmettiamo l’aria O mio bel pavon leva quella coda. Registrazione del 1964, Montecatini. Sala degli specchi.” Poi parte: frrrrrrrrrrrrrrr… un fruscio micidiale, che tu pensi: “Ma non c’è più nessuno che l’ha suonata dopo ‘st’aria?”. Mettimi un disco meno rigato. Scusate. Ci prendiamo il televisore da otto milioni di pollici e poi dobbiamo sentire alla radio la tempesta magnetica?

Chiuderei con un pensiero solo alla Marcia di Radetzky. Quella del Concerto di Capodanno su Rai Uno. È possibile eliminarla una volta per tutte? Passi per Sul bel Danubio Blu, ma La marcia di Radetzky dove tutti gli austriaci battono le mani a tempo e ridono no. I casi sono due: o i viennesi fumano cannoni di Capodanno lunghi come trombe tibetane o è una risata isterica di sollievo perché la marcia è l’ultimo pezzo e poi vanno tutti a casa a mangiare krauti e Sachertorte. Cosa batti le mani cosa? Che poi Radetzky era anche un bastardo, non c’è tanto da battergli le mani… Com’è che adesso abbiamo ‘sta abitudine, che battiamo le mani a tutti, da Radetzky a Di Girolamo?



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